Serviva solo la vittoria al Monza per dare sostanza alla classifica accorciando sulla zona play off per mantenere alto il filo della tensione sciogliendo le difficoltà dopo il pareggio sul campo del Pordenone che aveva lasciato l’amaro in bocca tanto per la prestazione bipolare quanto per le incertezze di un roster che non ha ancora trovato completamente la propria dimensione. Il compito casalingo per sbloccare la sfida con la Reggina è stato facilitato dall’ingenuità di Folorunsho che, sulla scia del compagno Crisetig nella gara contro il Pisa, ha lasciato i compagni in inferiorità numerica per doppia ammonizione ad inizio secondo tempo costringendo gli amaranto alla partita difensiva.



ASPETTI POSITIVI. C’è da evidenziare in primis l’ottimo controllo gestionale e situazionale che ha permesso alla truppa biancorossa nella prima frazione di dettare il ritmo manipolando gli spazi da occupare per improntare l’impostazione propositiva del calcio ragionato che rientra nel manuale ideologico di Brocchi. Sa come fare a tenere il pallino del gioco il Monza: è continua e costante la crescita di condizione di capitan D’Errico, bravo a decentrarsi senza dare riferimenti e contrastando in fase passiva con grinta e corsa al servizio di Barberis. Il centrocampo vanta la presenza multipla di Frattesi che corre indemoniato in ogni zona fornendo giocate funzionali alla manovra con lo sviluppo del palleggio veloce e continuo. Il primo scorcio di campionato ha consegnato poi a Brocchi la certezza Mota Carvalho: intensità, qualità tecnica d’alto rango e dinamismo con i blitz di attore che sa quando è il momento opportuno di irrompere sulla scena per togliere le castagne dal fuoco. Bene anche Carlos Augusto che ha dimostrato una forza prorompente quando ha avuto le opportunità di arare la fascia sinistra prendendosi tutto il campo a disposizione. Il brasiliano ha da migliorare il posizionamento nella fase difensiva, specialmente nei cambi di fronte repentini degli avversari. 

COSA MANCA? La strada che conduce alla completa maturazione è lunga e tortuosa: nelle situazioni di difesa a palla scoperta Paletta e Bellusci perdono spesso il controllo della linea alta, rischiando infilate pericolose come accaduto dopo 17” con Diaw del Pordenone che ha mandato in porta Musiolik. Sulla trequarti serve il miglior apporto della fantasia per trovare la strada della connessione delle idee, legittimando la convinzione di poter pungere con cinismo e ambire a recitare il ruolo di protagonista dopo l’inizio altalenante. Accendere il radar dell’imprevedibilità diventa prerogativa importante per arrivare a rete con maggior facilità. Le partite vanno chiuse capitalizzando i presupposti offensivi e la spinta deve rimanere effervescente il più a lungo possibile per soffocare gli avversari nella propria metà campo senza concedergli la possibilità di alzare i giri del motore e rimanere in gara fino al triplice fischio. Mercoledì contro il Vicenza occorre ordine, compattezza e ampiezza per allargare le maglie difensive della squadra di Di Carlo, trovando conferme con l’obiettivo di mantenere le giuste distanze tra i reparti e continuare a proiettare le attenzioni alle zone nobili della graduatoria. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 novembre 2020 alle 21:22
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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