Balotelli, l’eterna promessa. Uno dei talenti più cristallini del calcio italiano, che non ha mai spiccato realmente il volo a causa del suo carattere e ai comportamenti a volte esagerati, dentro e fuori dal campo. Una scommessa reciproca, quella fatta tra lui e il Monza. Ritrovatori svincolato, a soli 30 anni e dopo oltre 100 gol in carriera, prova a ripartire per la prima volta dalla B. Un altro colpaccio messo a punto da Galliani e Berlusconi, che dopo aver portato a Monza Kevin Prince Boateng, ex Milan e Barcellona, portano in biancorosso anche l’ex attaccante della Nazionale Italiana, con la speranza di risollevare le sorti dell’attacco brianzolo e assicurare alla squadra i punti necessari alla promozione in A, un obbligo più che una speranza. E per questo la proprietà non sta badando a spese in questa campagna acquisti.

Il problema sono le troppe “scommesse” messe in campo: prima Maric e Gytkjaer, poi Boateng, ora Balotelli. Al fianco di tanti calciatori bravi e talentuosi (Frattesi, Colpani, Barillà, Mota Carvalho e chi più ne ha più ne metta) Galliani ha affiancato quelle che genericamente vengono definite “figurine”, calciatori dall’alto impatto mediatico ma che in questo caso hanno sempre qualcosa da dimostrare. Maric e Gytkjaer sono alla prima esperienza al calcio italiano, hanno fatto bene in patria ma stanno pagando lo scotto dell’impatto con il nostro calcio. Boateng sta mantenendo una certa continuità ma da solo non riesce a trascinare una squadra intera, e soprattutto non è un bomber. E ora Balotelli, che dopo il fallimento di Brescia ci riprova ancora in Lombardia.

Nato in provincia di Palermo nel 1990, si trasferisce a Brescia con la famiglia naturale, i Barwuah, di origini ghanesi, ma per motivi economici viene adottato dai Balotelli, che gli daranno poi l’attuale cognome. Successivamente Mario incolperà i genitori naturali di essersi liberati di lui, per poi chiedergli di tornare una volta raggiunta la notorietà.

Il primo club calcistico che lo mette sotto firma è il Lumezzane, in serie C, con cui diventa il più giocane esordiente tra i professionisti a 16 anni. Ma è con l’Inter che raggiunge la notorietà: con la Primavera nerazzurra vince lo scudetto di categoria e il Torneo di Viareggio. Al punto che Roberto Mancini, allora allenatore dell’Inter, lo chiama in prima squadra a 17 anni. Contribuisce alla vittoria di scudetti, coppa Italia e Champions (sotto la guida di Mourinho) ma iniziano anche le prima “balotellate”: si ricorderà la maglia gettata a terra, gli atteggiamenti indisponenti in campo, gli screzi con gli avversari. Al punto che l’Inter decide che è un problema, e a dispetto delle grandi doti tecniche nel 2010 lo cede al Manchester City: chiude all’Inter con 86 presenze, 28 gol e 6 trofei (3 campionati, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana e 1 Champions League).

E’ ancora Roberto Mancini a dargli una chance al City, ma anche qui non riesce mai a raggiungere grandi vette, tra alti e bassi caratteriali: alterna grandi prestazioni a partite svogliate che fanno andare su tutte le furie Mancini. Nel 2012 viene anche inserito nella lista dei 23 candidati per il Pallone d’Oro. Viene anche inserito dalla rivista Time nella lista dei 100 uomini più influenti al mondo e va in copertina su Sports Illustrated che lo definisce “l’uomo più interessante al mondo”. Dal 2013 cominciano le sue peregrinazioni in giro per l’Europa: Milan (squadra per la quale ha sempre dichiarato di fare il tifo), Liverpool (un solo gol), ancora Milan (un solo gol in 20 partite), la rinascita al Nizza con 33 gol in 61 partite, poi la parabola discendente con Olympique Marsiglia e Brescia, dove non chiude neanche la stagione dopo una diatriba con il presidente Cellino.

Ora la chiamata del Monza: Galliani l’ha definita l’ultima, ultima, ultima chiamata. Ultima per Balotelli per dimostrare di poter ancora dare tanto al calcio e alla squadra che ha creduto in lui, quasi ultima per il Monza per poter tornare in corsa per le prime posizioni prima che la scalata diventi troppo ardua.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 05 dicembre 2020 alle 20:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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