Difficile trovare delle belle parole da spendere per questo Monza. Nelle ultime 35 partite, non appena va sotto di un gol non riesce più a recuperare. Dopo la vittoria con la Fiorentina, la squadra si è persa e nonostante il vantaggio iniziale col Bologna, è crollata mentalmente e fisicamente. A Genova si sapeva che sarebbe stata difficile, se non impossibile, vista l'atmosfera e la differenza sostanziale tra le due rose. Il problema non è tanto il risultato: il Genoa ha dominato il secondo tempo, ha sbagliato un rigore e preso anche una traversa con un super Turati protagonista.

Il problema è l’atteggiamento dei giocatori: svogliati, senz'anima, a dimostrazione basta vedere come si scontrano Mota e Petagna su Ekuban, azione che poi porta al gol definitivo del 2-0. Bocchetti ha parlato fin dalle prime conferenze di "coltello tra i denti", cosa che però la squadra ha mostrato solo nel primo tempo di Parma e nell'ottima gara contro la Viola, sprinti anche dal volere sconfiggere il recente passato quando c'era in panchina Palladino. Serve cambiare qualcosa: non è vero che il Monza è già in Serie B, ma i segnali sono preoccupanti e a testimoniarlo è anche i mercato invernale. Pablo Marì è a un passo dalla Fiorentina, cosa che starebbe facendo anche Bondo in queste ore, anche se ancora non c'è nulla di ufficiale. Djuric è stato mandato via ed era l'unica punta in grado di impostare il gioco aereo e di fare riferimento lì davanti, nonostante le ultime gare fossero sottotono. Messi assieme, tutti questi fattori fanno pensare già ad una retrocessione a febbraio.

Diversi giornalisti, penso a Luca Serafini, vedono già il Monza spacciato. Io credo che bisogna essere realisti e vedere sicuramente il momento negativo della squadra, ma allo stesso tempo credere che si possa cambiare qualcosa. Perché si può fare e va fatto nell'immediato. Penso sia troppo facile darsi già per condannati, quando mancano ancora 16 partite per dimostrare il carattere e la determinazione per volere rimanere in Serie A. Non significa negare l'evidenza, ma cercare il miracolo, che può partire solo dai giocatori, abbandonando la consapevolezza che il sogno sia già finito, per provare invece a costruire una piccola speranza e non mollare fino alla fine. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 gennaio 2025 alle 11:30
Autore: Filippo Pelucchi
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