Gli addii estivi di Carlos Augusto e Rovella sembravano inizialmente aver minato le certezze biancorosse.

Ma invece che piangersi addosso su ciò che si è perso, si è lavorato con positività su ciò che è arrivato di nuovo.

Fare di necessità virtù: quello che hanno inseguito la società e mister Palladino in estate fin dal ritiro di Ponte di Legno. Al bando mugugni e disfattismo, al bando confronti perenni con ciò che non c’era più. 

Le sconfitte contro Inter e Atalanta, il pareggio interno contro il Lecce avevano alimentato il fuoco negativo. Non quello che ti da la carica, ma quello che ti aggredisce a volte senza logica.

A volte possono essere mancati i risultati, come spesso accade nello sport, ma non le prestazioni.

I dati statistici della Lega Serie A sono inequivocabili: il Monza è nella top five per possesso palla (33 minuti e 15 secondi) e soprattutto in quella dei tiri in porta (ben 81 in cinque partite, con Colpani e Dany Mota tra i più pericolosi). Segna meno di quanto produce, ma non vuole dire che stia andando male.

E poi c’è un fermo immagine che fa da lezione. È il momento in cui Patrick Ciurria al 36’ del match contro la Lazio, calibra il destro per servire la palla in area di rigore: in quel preciso istante la squadra di Palladino, già sotto di un gol, attacca la retroguardia avversaria con sei uomini. Offensività che ha ripagato col gol di Gagliardini in inserimento vincente.

Il Monza non rinuncia mai al credo del suo allenatore e dopo cinque giornate ha cinque punti in classifica (zero, per chi non lo ricorda, l’anno scorso dopo lo stesso numero di partite giocate).

Le sfide si vincono con la forza delle idee soprattutto quando devi ricostruirtele da zero. 

E di idee, questo Monza di Palladino, ne ha da vendere e dimostrare.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 settembre 2023 alle 18:01
Autore: Roberto Sabatino
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