Il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello ha dedicato oggi un lungo editoriale al Monza sul sito dell'emittente televisiva. Ecco le sue parole.
"Sono gusti. Silvio Berlusconi ha raggiunto tutti i suoi obiettivi, in vita, ma da quando se ne è andato ha lasciato troppe ombre e soprattutto non ha saputo seminare nella nuova generazione. Parliamo di calcio, non certo di tv e impresa. Piersilvio non è un “drogato” di pallone, la sua passione è per la tv e giustamente, insieme alla sorella Marina, non ha mai buttato soldi nel calcio. Chiamalo scemo. E’ uomo di numeri e nel calcio i conti non tornano mai. La passione per il Milan era di Silvio, quella per il Monza era di Galliani che ha trascinato l’amico a vincere un’altra scommessa.
Berlusconi-Galliani scommessa Monza vinta
L’hanno vinta e chi contesta Galliani a Monza non ricorda la storia di questo club. I cicli non sono eterni e se quello del Monza è durato poco, anzi pochissimo, è solo per l’età avanzata di Berlusconi e Galliani e perché chi metteva i soldi non c’è più. Galliani non è mai stato un Presidente investitore ma uomo di calcio, di potere che ha gestito i budget di Fininvest. Poteva tradire, in diverse occasioni, Berlusconi e la casa madre ma non l’ha mai fatto. Il Monza è sempre stata una piazza di serie D, C o al massimo di B. Non perché la piazza sia scadente ma senza storia la città è stata schiacciata da Milan, Inter, Juventus e ora anche dalla giusta programmazione di Atalanta e Como. Bisogna guardare in faccia alla realtà. Berlusconi, lato calcistico, non è riuscito a lasciare qualcosa in eredità alla nuova generazione. Ci ha provato con la figlia Barbara ma l’esperimento è fallito ben presto. Forse lo stesso in politica. E’ riuscito a lasciare una miniera, con i figli, in tv e in Publitalia, dove ha trovato manager di mezza età (Stefano Sala su tutti) che ne hanno garantito crescita e continuità. Tra calcio e politica non ha saputo crescere giovani manager. Galliani si è diviso tra Monza e Roma ma non ha certo 50 anni e come manager fedele ha portato tutti i risultati a casa. Di Adriano, per i Berlusconi, ne nasce uno ogni 100 anni. Fedele (come Confalonieri) e leale, forse troppo. Monza deve dire grazie a Galliani anche perché senza di lui la serie A non l’avrebbero mai vista e sarebbero rimasti in eterno tra C e D.
Monza: perché il finale è amaro
L’ingratitudine nel calcio è alla base ma se il Monza ha vissuto anni stupendi lo deve ad Adriano più che a Silvio o Fininvest. Lo capiranno nei prossimi anni dove, anche in Brianza, è arrivato un gruppo di cui si conosce poco o nulla e dove alla guida calcistica del club hanno messo Burdisso che è “odiato” da quasi tutto il calcio italiano. Il futuro del Monza è segnato. La serie A resterà un miraggio e gli investimenti degli anni scorsi sono ormai un ricordo. Sicuramente l’ultima stagione lascia il segno. Galliani ha le sue colpe. La prima è quella di aver puntato su Nesta, la seconda è quella di aver preso Bianco, la terza è quella di aver dato soldi senza senso a calciatori come Petagna e non aver trattenuto gente attaccata alla maglia. D’altronde chi non sbaglia nel calcio? La perdita di Fininvest non è banale per il nostro sistema. Si chiude un ciclo e si chiude un’era. Siamo pieni di fondi, investitori e manager che con il calcio hanno poco a che fare ed è soprattutto per questo che il futuro non sarà roseo e dalla serie A alla serie D il buco nero diventa sempre più grande. Soldi finiti, società in perdita e leggi sui nuovi impianti che non arrivano".
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