Per TuttoMonza abbiamo raggiunto in esclusiva Annibale Gagliani, giornalista de "Il Corriere del Mezzogiorno", che segue il Lecce ed ha condiviso con noi il suo pensiero su Lorenzo Colombo, ammirato per una stagione quotidianiamente in Salento.

"Lorenzo Colombo a Lecce, oltre a migliorare nel compito di tenere su la squadra, nelle sponde e nell'attacco della profondità (secondo i dettami tattici di Marco Baroni che ha sempre creduto in lui), è diventato uomo. Dopo il gol di rapina alla prima partita ufficiale, giocata in Coppa Italia contro la Cremonese, e il missile terra-aria scagliato con il suo potente sinistro al Maradona di Napoli, tutto sembrava in discesa: un talento scuola Milan, adattato da ala a bomber, valorizzato dal fiuto di Pantaleo Corvino. Invece, le difficoltà che ha attraversato, periodiche per un giovane in rampa di lancio, stavano per bruciarlo. Nelle trentatré gare di campionato ha offerto prestazioni di sostanza a intermittenza, finendo nel mirino della critica e guadagnandosi i fischi del Via del Mare, che lo accusava talvolta di poco impegno e insofferenza. All'apice della sua forma fisica, tra dicembre e gennaio, ha segnato reti pesantissime contro Sampdoria e Lazio, trascinando l'attacco giallorosso. Dopo di che, mesi di vuoto in zona gol, ma di grande sacrificio per la squadra, oltre a una condotta negli allenamenti e nella vita privata irreprensibile. Lo staff tecnico dei salentini non ha mollato, credendo fermamente nelle sue capacità: Colombo ha ripagato la fiducia e annichilito i fischi della piazza con il gol salvezza a Monza, un calcio di rigore all'ultimo respiro voluto, procurato con determinazione, realizzato sotto la curva giallorossa. Sei reti in trentaquattro partite ufficiali: un dato che non fa spellare le mani, ma bisogna notare la pesantezza dei suoi gol, che hanno portato ben nove punti sui trentasei conquistati dal Lecce. Soprattutto a livello umano, dopo aver superato le critiche ed essersi caricato il peso di tutta la stagione dagli undici metri a Monza - tornata nel suo destino come in un film già scritto -, la crescita è stata importante. La sensazione, vedendo le sue capacità fisiche da pivot e le buone doti tecniche, è che in una squadra dall'idea tattica offensiva (non impostata sul gioco di rimessa come il Lecce di Baroni), Colombo possa andare tranquillamente in doppia cifra, candidandosi, perché no, alla maglia della Nazionale maggiore (dopo la trafila già fatta nelle selezioni azzurre giovanili), vista anche la penuria di autentici nove "italiani". Il suo punto di riferimento è Ibra e proprio il campione svedese ha vissuto a 24 anni un periodo difficile in campo, nel secondo anno di Juve. Colombo ha solo 21 anni: il tempo per esplodere è dalla sua parte".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 01 settembre 2023 alle 13:29
Autore: Roberto Sabatino
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