Beh, la postura ce l’ha: sembra un principe lottatore, quando s’inserisce nelle zone calde con la padronanza da veterano, poi scompare fino a riemergere nel solco decisivo della sfida. Anche se non si vede c’è sempre, unendo compiti di gregariato a perle d’autore con effetti speciali. Quante volte quest’anno c’ha messo una pezza, combattendo su una palla sporca apparentemente inutile o catapultandosi senza indugi a cercare l’affondo coast to coast per spezzare ogni tentativo di pressione e arrivare con brillantezza alla conclusione. Serve la qualità e il ritmo di Frattesi per il rush finale del Monza, con gol incorporati nella cilindrata d’un motore che spinge sempre più forte. Davide e la sua presenza flessibile nel centrocampo biancorosso, con l’istinto da trascinatore, è diventato una mezz’ala per la sua natura grintosa ma allo stesso tempo propensa alla spinta offensiva, e il calcio lo asseconda molto spesso, anche per le tracce d’umiltà che lo spingono a rincorrere chiunque per soffocare la prima costruzione avversaria, perché il suo stile è denso d’una caparbietà e di una generosità che l’ha eletto leader.

IMPRONTA. È la centralità di una pedina che ha saputo prendersi responsabilità ovunque, come interno di centrocampo e perfino nella terra di mezzo, la fascia destra, che molto spesso gli è toccata, perché per garantirsi gli equilibri nella fase protettiva, Brocchi l'ha adattato anche lì, nel momento del bisogno. Però, avendo messo assieme un set di presenze da stacanovista (ha saltato solo il Frosinone all’andata), ed essendosi fermato per spicchi di partita, può anche succedere di ritrovarsi in debito d’ossigeno. Sette gol e onnipresenza sul rettangolo verde: è stato bello e anche bellissimo, però mica finisce qui, alla zampata chirurgica contro la Cremonese, perché lo sprint finale va pennellato con la giusta dose di energie psicofisiche e con la precisione di chi sa come si raggiungono obiettivi importanti, possibilmente per trasformare i desideri in sogni, senza badare ai rimpianti e a quel che sarebbe potuto essere ma non è stato.

LA QUALITÀ. Perché la chiave sta nell'esuberanza tecnica e nell'imprevedibilità sempre pronta a fornire materia grigia alle partite, orientandole, in un modo o nell’altro. E le intuizioni costringono l’avversario ad ondeggiare nel vuoto. Mancano quattro gare soltanto e l’idea, da tenere per sé, è una dolce ossessione: prendersi la doppia cifra, l’ultimo sforzo, per poi concedersi lo sfarzo di un sogno e lanciarsi a tutto gas verso l’Europeo U21. Praticamente tutti lo aspettano: lui sa come sfrecciare abbinando forma e sostanza. Un inserimento e via, a scrivere il futuro nel migliore dei modi. 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 23 aprile 2021 alle 10:30
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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