Che stagione è stata per il Monza? Analizzandola in maniera oggettiva e prettamente statistica, verrebbe da dire una stagione positiva: al primo anno di B terzo posto, subito dietro la coppia di promosse per via diretta, e possibilità di giocarsi la A tramite i playoff, entrando direttamente in semifinale e con il vantaggio della miglior posizione in classifica in caso di parità finale. Per una matricola proveniente dalla C, perché (sempre a livello statistico) tale è il Monza, sicuramente un risultato positivo, come sottolineato anche da Galliani e Brocchi a fine partita. I punti sono 64 con 17 vittorie (meglio solo le promosse Empoli e Salernitana con 19), 13 pareggi e 8 sconfitte (meglio sempre solo le prime due). Eppure sul web, sui social, è esplosa la delusione e in certi casi la rabbia dei tifosi. Eppure la squadra è ancora in corsa per l'obiettivo stagionale, la promozione in A, perché tanta delusione?
Sicuramente hanno inciso le dichiarazioni in pompa magna di inizio stagione: lo abbiamo ribadito più volte, presentarsi da neopromossa con l'obiettivo dichiarato della promozione, è sempre un'arma a doppio taglio. Pur avendo alle spalle la potenza economica di Galliani e Berlusconi, due che al Milan hanno vinto scudetti e Champions, è un ottimo bigliettino da visita, figuriamoci nel vincere un "semplice" campionato di B. E invece la B non è così semplice come potrebbe sembrare a una semplice analisi tecnica. E' un campionato diverso, che Galliani ha vissuto decenni fa all'inizio della sua carriera, e che ora è cambiato molto. Non è la serie A, ci sono dinamiche differenti, non basta avere grossi nomi in squadra se questi poi non si sanno adattare alla realtà della cadetteria. Avere Boateng, Balotelli, Paletta, Barillà e così via può aiutare nell'intimorire l'avversario, ma le partite vanno poi giocate. E gli avversari di turno ti affrontano come la partita della vita, i candidati alla promozione da battere ad ogni costo, con la conseguenza che non si sono raggiunte le vittorie sperate.
Chiaro che ora si dica che l'obiettivo è ancora alla portata, perché lo è, ma sicuramente la dirigenza non si aspettava di dover passare dai playoff, sicuri di arrivare neanche secondi ma primi per distacco. Non è andata così, ecco perché fare proclami prima di scendere in campo è sempre un rischio, con il risultato che ora i tifosi, ingolositi da tante dichiarazioni di grandezza (Berlusconi starebbe già pensando a come poter raggiungere l'Europa il prossimo anno) siano ora delusi anche di un terzo posto che magari, con proclami diversi a inizio stagione, sarebbe stato accolto diversamente. Perché per la storia di Monza e del Monza questo è comunque un traguardo storico, non festeggiato però nella maniera giusta a causa di aspettative ingigantite eccessivamente l'estate scorsa.
Capita poi anche che alcuni calciatori abbiano potuto accusa la troppa pressione: Diaw è stata forse la delusione principale, dopo 10 reti con il Pordenone ne ha segnata una soltanto all'ultima giornata. Doveva essere la stagione del riscatto per Balotelli che invece non è mai esploso come ci si sarebbe attesi (nonostante l'ottimo finale di stagione) flagellato ancora una volta da guai fisici. Bene Boateng, seppure a corrente alterna, ottima la sorpesa Carlos Augusto, al primo anno in A, ottimo il campionato di Frattesi, non a caso il capocannoniere della squadra. Ecco, il fatto che un ragazzo di 21 anni, di professione centrocampista, sia il capocannoniere di una squadra costruita per vincere come il Monza, sottolinea come i problemi ci siano stati soprattutto in zona gol, nonostante i nomi in rosa e lo schieramento offensivo.
Galliani a inizio stagione aveva dichiarato: "Se non andiamo in A sarà un fallimento", opzione neanche considerata quella di uscire ai playoff. E sicuramente con l'obbligo di dover per forza vincere magari molti calciatori daranno quel qualcosa in più che durante il campionato è mancato. Ma i playoff sono una roulette: cosa succederà se si incapperà in una giornata storta, in un episodio a sfavore, in un risultato negativo? Nessuno vuol pensarci in casa Monza, tutti sono concentrati su questi spareggi. Che magari non capitano neanche nel momento peggiore: un bagno di umiltà potrebbe far bene ora che si è diventati 'normali' e costretti a giocarsi la promozione con tante altre squadre ugualmente attrezzate e vogliose di salire in A. Brocchi ha detto bene: ora sarà fondamentale la testa, perché le qualità tecniche il Monza le ha già.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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