Gli inizi, le passioni, il calcio, il Monza e ovviamente il rapporto con Berlusconi. C'è tutta la vita di Adriano Galliani nella lunga intervista concessa a Tuttosport in cui racconta il suo percorso di manager dal Monza, al Milan, fino al ritorno al Monza.

















"Berlusconi l’ho incontrato la prima volta ad una cena ad Arcore - racconta Galliani -, il primo novembre del ’79, intanto io continuavo con i miei trasmettitori tv, e conversando del mio lavoro, del passato, lui mi ascoltava, e d’improvviso mi fece una proposta incredibile. Mi confidò che voleva acquistare il Milan, e che mi avrebbe voluto al suo fianco come amministratore delegato. Naturalmente risposi di sì, non me lo aspettavo, e lui ,mi spiegò che anziché avere tante emittenti regionali, in 20 regioni, 30 province per 3000 chilometri quadrati di copertura, aveva intenzione di acquisire un grande club, e vincere tutto ciò che era possibile. Così è stato, d'altronde con lui, puoi soltanto raggiungere obiettivi ambiziosi. E’ incredibile la sua bravura.
 E' una delle persone più buone e generose che abbia mai incontrato e poi, c’è da aggiungere che Berlusconi ha quattro vite: la prima è quella di costruttore, a nessun impresario era mai venuta l’idea di costruire una città nella città Milano 2 con piste ciclabile, spazi per i pedoni e strade per le auto, la sua seconda vita riguarda chiaramente la televisione, con reti regionali e quattro nazionali più una francese, poi, il calcio, una passione senza confini. Pensi che, ricordo ancora, era il ’77 ci portò tutti in ritiro spirituale nel castello di Pomerio, dove ci precisò i suoi obiettivi con il Milan, cioè la vittoria dello scudetto, poi la Coppa dei campioni e la Coppa del Mondo. Infine, non contento di tutto ciò che stava facendo, nel ’93 pensò di fondare Forza Italia, sino a diventare Presidente del Consiglio.
 Il segreto? Che nessuno dei due prevalica l’altro, non discutiamo praticamente mai, e quando lo facciamo, per il calcio, in questo caso per il Monza, cerchiamo di dirci le idee in modo pacato, e sempre raggiungiamo una posizione di accordo.
Non posso lamentarmi per gli obiettivi che ho raggiunto. Ma le assicuro che ho davvero lavorato tanto, per arrivare da piccolo geometra di provincia a proprietario di squadre di calcio e amministratore delegato. Sono orgoglioso, se mi permette, anche della nomina conferitami dalla lega, in qualità di Senatore e poi un paio di onorificenze ricevute come il Globe Soccer Award alla carriera e nel 2011 sono stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano, ne vado orgoglioso".
Ora il ritorno a Monza: "Sì sono ritornato, insieme a Berlusconi. E’ successo il 28 settembre 2018, quando il Cavaliere decise di acquistare la società brianzola, anche in questo caso con progetti ambiziosi. Lui vorrebbe dopo vent’anni di serie B, far salire la società in massima divisione. C’è da tenere conto che Berlusconi è un visionario, sogna e realizza i suoi sogni»
Certamente, portare il Monza in serie A è un grande obiettivo che anch’io mi propongo, però dobbiamo affrontare questo campionato con la massima concentrazione. Ad esempio, la scorsa settimana la partita con il Como, vinta da noi, è stata nella prima frazione di gioco davvero spettacolare, per cui si pretende che i giocatori ci mettano la stessa grinta e carattere. Io non mi arrabbio se perdiamo, ma mi incavolo se giochiamo male e non ci impegniamo al massimo. Adesso siamo a metà classifica con 21 punti, abbiamo conquistato nove punti in sette partite e nelle ultime sei, addirittura dodici. Intanto domani affrontiamo l'Ascoli, sempre a testa alta".
Sezione: Primo Piano / Data: Ven 26 novembre 2021 alle 11:11
Autore: Domenico Fabbricini
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