A Monza ha vissuto gioie e dolori, difficoltà e rinascita. TuttoMonza.it ha raggiunto in esclusiva Carlo Ferrario, bomber biancorosso in Lega Pro e successivamente nell'anno zero del campionato Dilettanti.
Carlo innanzitutto parlaci della tua ultima stagione: è stata una lotta in apnea col Città di Varese, anche se tu non hai perso il vizio sotto porta…
“Il ritorno a Varese era stato pensato un po’ come feci col Monza anni fa, ovvero tornare per vincere. Le basi erano quelle ma purtroppo poi non tutte le stagione vanno come dovevano andare. Ma sono stato comunque felice di indossare una maglia così importante, è stata un’esperienza lo stesso positiva che mi ha riempito d’orgoglio perché ho messo tutto me stesso come faccio ogni volta. Auguro al Varese di tornare presto nel livello del calcio che gli compete”.
Cosa ti viene subito in mente quando invece richiami alla memoria la tua esperienza a Monza?
“Quando sento la parola Monza è normale che mi batta il cuore. E’ stata la mia prima esperienza ad un livello importante, in quello stadio, con quella maglia, con giocatori come Iacopino, Cudini, Colacone, è stata per me un’emozione incredibile. La ricordo con orgoglio, sarò grato a vita di questo. La seconda chiamata arrivò al termine di una stagione strepitosa per me col Bra, in cui segnai 33 reti: mi chiamò il direttore Antonelli con mister Zaffaroni, a cui devo tantissimo perché mi ha trasmesso tanto a livello caratteriale-emotivo. Quell’annata fu da incorniciare, con 9 gol nel girone d’andata e solo 1 nel ritorno a causa di infortunio. Ma abbiamo vinto campionato e scudetto Dilettanti, che ricordo con orgoglio perché ci sono stato anche io nella ripartenza del Monza col mio contributo. E posso raccontarla ai miei figli e un domani ai nipoti….”.
Effettivamente hai vissuto due parentesi brianzole: la sofferenza in Lega Pro e la gioia della rinascita col successo tra i Dilettanti. Inferno e paradiso….
“Si diciamo che ho fatto due stagioni particolari. In Lega Pro ero più giovane, quando sono tornato in D ero più grandicello e quest’ultimo anno lo porterò per sempre nel mio cuore. E sono grato per esserci stato, con quei colori addosso”.
Ti saresti mai immaginato una svolta così clamorosa nella storia di questa società, oggi in Serie A?
“Mah io diciamo che me la sarei immaginata, perché già quando tornai in Serie D si percepiva nell’aria che il presidente Berlusconi potesse fare questo tipo di investimento a Monza. Sono contento che ora la piazza si goda finalmente la Serie A, e auguro alla società di raggiungere presto grandi traguardi, magari un piazzamento Europeo….”.
Tu, bomber di professione: pensi che la davanti al Monza serva uno che la butti dentro più spesso?
“Sicuramente avere un bomber che fa tantissimi gol serve, però per la mia esperienza, anche se di categorie inferiori, io penso che sia il collettivo che faccia il bene della squadra. Il lavoro svolto quest’anno dal Monza è stato incredibile, perché i giocatori si sono divisi i gol. Dovranno lavorarci ancora con mister Palladino, che reputo un fenomeno, ma sono sulla buona strada secondo me”.
A tal proposito, in avanti il Monza schiera Petagna, Mota Carvalho, Caprari: sulla carta buoni centravanti, ma non hanno reso dal punto di vista realizzativo come ci si aspettava. Punteresti ancora su di loro?
“Sono tre attaccanti che nella mia squadra vorrei sempre, soprattutto in una realtà come Monza ci stanno perfettamente. Poi normale che la tifoseria si aspetti un bomber da doppia cifra, ma penso che siano giocatori con qualità importantissime e io punterei ancora su di loro senza dubbio. Sono convinto che possano fare le fortune di questo Monza, poi ovviamente sarà la società a fare le sue mosse in sede di calciomercato”.
È sempre più Pessina il simbolo di questo Monza: concordi?
“Secondo me, senza alcuni dubbio, lo è. Simbolo e futuro del Monza, lo seguo da quando giocava in Serie C a Como, poi ha sempre dimostrato una crescita incredibile. È rimasto umile anche a grandi livelli, e non è un caso che porti la fascia al braccio. Ha delle qualità che incarnano i valori di questa società”.
Carlo, pensi che la morte del presidente Silvio Berlusconi possa avere ripercussioni nello spogliatoio?
“Domanda difficile, perché se n’è andato un uomo importantissimo sotto tutti i punti di vista. Un uomo intelligente, capace, partito da zero, che ha costruito tantissimo sia nel lavoro che nello sport. Berlusconi è stato un genio, la sua scomparsa è stata un duro colpo per tutti. Non penso però porterà scompensi, con la continuità di Galliani ci sarà sicurezza. Anzi, potrebbe essere un incentivo in più a fare meglio, in memoria del presidente. La città gli sarà sempre grata, perché Berlusconi ha fatto raggiungere al Monza dei risultati importantissimi”.
Chiudiamo allora con un tuo saluto ai tifosi biancorossi….
“Mando un caloroso saluto a tutti, dal profondo del mio cuore. Siete sempre con me, vi ricordo con affetto e sono grato di aver indossato la nostra maglia e grato per tutte le volte che ho fatto gol sotto la Curva Pieri. Spero di rivedervi presto, e vi faccio un grandissimo in bocca al lupo. Vi meritate queste gioie ed il meglio, dopo anni di sofferenza. Forza Monza!”.
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