È difficile rimanere composti di fronte alla discontinua consistenza della propria creatura. Eppur si muove, verso il sereno, aggiungendo un mattone dopo l’altro nell’edificio della sua storia. Anche se per puntare il telescopio verso galassie luminose serve un viaggio costellato da continue esclamazioni. Rischiava di catapultarsi tra le ombre alimentate da due pareggi di fila, invece Brocchi è andato a scoprire con piacere quel che di buono gli ha saputo riservare il destino. Il suo linguaggio del corpo a fine partita ha lanciato in quel micro universo che lo circonda l'inequivocabile segnale di fierezza, perché il Monza si sblocca in casa nel 2021, mantiene per la 14^ volta in stagione la porta inviolata, rifila due reti al Pordenone (inchiodato alla quarta sconfitta nelle ultime cinque) e sfrutta con tempismo perfetto lo sgambetto del Brescia al Venezia per riconquistare la seconda piazza. La logica embrionale è studiarsi su ritmi bassi, s'imposta da dietro senza trovare i pertugi giusti per muovere i blocchi e affondare il colpo. La volontà di provarci per gradi progressivi ma insistenti ottimizza il profitto biancorosso quando al 26' Frattesi prima si stacca agilmente dalla marcatura, poi incorna eseguendo la condanna su cui Perisan non può nulla, per il dodicesimo centro stagionale su palla inattiva. Sapere come e quando alzare i giri del motore costruisce un'autostrada di certezze e il viaggio sulle ali della consapevolezza è facilitato dal controllo gestionale del gioco. L’imperativo è forzare la giocata per raddoppiare, sfruttando l'estro interpretativo della trequarti per saccheggiare i bulloni del reparto arretrato ospite, ordinato e ben posizionato nella copertura preventiva degli spazi. Al 35' Armellino controlla col destro, si sposta il pallone sul piede debole calciando a botta sicura, s'immola Vogliacco e la sfera sibila il palo alla sinistra di Perisan dopo aver attraversato una foresta di gambe. Poi Boateng strappa con qualità e si ritaglia lo spazio giusto per scoccare un tiro potente e ben orientato, ma la dea bendata gli volta le spalle.
LA RIPRESA. Si riparte e Tesser indicizza subito i nuovi codici di un Pordenone più propositivo, abbandonando la strategia d’attesa non essendoci granché da difendere. Lo spartito cambia, s’alza il tasso d’intensità e la pressione organizzata crea grattacapi al Monza nelle uscite dal basso: è così che Morra s’accende caricando il destro murato da Bellusci in angolo, il cui sviluppo porta Camporese al terzo tempo senza trovare lo specchio. L'avvio della riscossa neroverde sembra il preludio di scintille, le sicurezze iniziano a provocare pericoli offensivi, ma Sampirisi non è d'accordo e al 61' si traveste in versatile pedina d'attacco puntando Vogliacco costretto al penalty che Gytkjaer trasforma in raddoppio con una conclusione forte sotto la traversa. L'inerzia ha la targa biancorossa, così l’occasione grossa è sui piedi di Balotelli che al 68’ fionda da fermo la frustata col destro, è maiuscola la risposta plastica di Perisan ad alzare sopra la traversa. Otto minuti più tardi Carlos Augusto entra in maniera scomposta su Magnino lasciando in dieci i suoi: gli ospiti si tuffano a capofitto nell'assalto finale alzando il baricentro per dare impulsi elettrici alla manovra ricercando spazi verticali e soprattutto l'episodio giusto per riaprire i conti. I tentativi d'allargare il campo vivono di fiammate d’orgoglio ma non producono gli effetti sperati. Sul fronte opposto non si sta a guardare, anzi, s'indirizzano ripartenze col pilota automatico, come quella che D'Alessandro raccoglie ma non sfrutta divorandosi il tris all'87' con la rasoiata a lato sullo scarico preciso di Balotelli. Dopo cinque minuti di recupero la giostra assegna il biglietto della sgommata al Monza, senza inquilini in coabitazione. Sul filo dell'equilibrio d’un calcio che trasforma la vitalità in stimoli naturali, in attesa di rientrare sul ring per la prossima battaglia. Con gli occhi furenti di chi insegue il miglior orizzonte.
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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