Come un elastico che si distende e si aggroviglia, così il Monza insegue la vetta. Con l’impronta bipolare di chi incanta ma poi arranca, trascina ma poi scricchiola. L’Empoli era nel mirino, anzi, lo è ancora. Ma quando c’è la necessità di salire il gradino della qualità, la squadra di Brocchi frena bruscamente, rimane al palo e stecca l’opportunità d’accorciare sulla capolista distante ora 5 lunghezze. La storia si ripete e le occasioni perse sono già tre: era successo a Reggio Emilia, ma quello era un Monza in fase embrionale e d'adattamento, poi c'ha pensato lo scivolone di Pescara a brevettare le incertezze, dunque contro il Pisa ecco ritornare a gremirsi la sala dei rimpianti, incassando il primo ko del nuovo anno e interrompendo la lunga striscia di nove risultati utili consecutivi (5 vittorie e 4 pareggi) che aveva proiettato i biancorossi sul sentiero promozione.

RILANCIARSI. Nulla di irrimediabile. C’è da raccogliere i cocci, capire e comprendere gli errori, tenere la barra dritta, dare l’assalto all’adesione del riscatto e ribadire all'atto pratico il concetto che l’unico obiettivo è salire in Serie A. Non è facile sganciarsi dal solco della discontinuità che s’è quasi trasformato in deficit della personalità proprio nel momento in cui tocca dare di più per vedere il miglior orizzonte. Ma la truppa di Brocchi ha digerito il boccone amaro attraverso il lavoro sui campi di Monzello, consapevole che al Bentegodi andrà in scena un crocevia indicativo tanto per la classifica quanto per la consapevolezza di voler dimostrare d'essere incappata in una giornata no.

OSTACOLO CHIEVO. Non ci si può accontentare dell’onore delle armi, perché se dopo una prestazione assolutamente notevole sul piano tecnico e quantitativo, non raccogli i frutti e vieni respinto dal risultato, tocca addensarsi in modo impenetrabile nei pensieri accattivanti di rivincita. A Brescia la truppa di Aglietti ha dominato il gioco, aggredendo con attenzione l’avversario ma uscendo dal Rigamonti a mani vuote (non perdeva dal 5 dicembre, 3-2 a Frosinone). Vuole dar seguito il Chievo alla bella striscia di quattro successi consecutivi interni, inseguendo il record cadetto del 2001 quando furono addirittura sei. Di fronte le due migliori difese con 19 gol subìte in 23 turni (media di 0,83 reti ogni partita): universi distanti nella modalità d'impostazione, ma con il comune denominatore dell’efficacia incisiva racchiusa nel secondo posto in coabitazione. L’obiettivo? Tornare protagonisti, riprendersi la scena e concedere a chi avrà osato di più la possibilità di ronzare attorno all’Empoli per alimentare la speranza di andare incontro a periodi migliori. 

L'ATTACCO. Mordere alla giugulare tenendo il Chievo dietro e avendo la capacità di controllare e modellare con il proprio furore la manovra: si fanno sempre più concrete le chances di vedere dal 1' Balotelli al centro dell'attacco, con Boateng e Dany Mota ai suoi lati. Il gol è la terapia ideale a cui aspira SuperMario per rilanciare sé stesso dopo l'infortunio muscolare che l'ha tenuto un mese lontano dai campi. E trarre il massimo dallo scontro diretto è la missione biancorossa. 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 19 febbraio 2021 alle 10:15
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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