Non è certo un mistero che il sogno del presidente Silvio Berlusconi sia quello di vedere all’opera con la maglia biancorossa un “team” tutto italiano, o quasi.

Ebbene, quello che sta nascendo sembra essere proprio un Monza a immagine e somiglianza del suo numero uno.

Cragno, i due Ranocchia, Sensi, Birindelli, Carboni, Pessina, Caprari. Tanta roba, a disposizione di mister Stroppa, e linee guida, quelle del “Cavaliere”, ampiamente rispettate.

Certo non si può pensare a un cambiamento radicale, sarebbe francamente impensabile e deleterio, poiché sulle qualità di Carlos Augusto, Dany Mota, Machin e Gytkjaer (senza dimenticare Pedro Pereira...) c’è ben poco da discutere.

Tuttavia, la strada del rinnovamento sembra aver assunto una precisa e non casuale connotazione, seguendo i “desiderata” di Berlusconi.

In effetti, a pensarci bene, che senso potrebbe avere un mercato allo sbaraglio basato sui “si dice” e sulle pressioni di qualche procuratore senza scrupoli smanioso di spacciare lucciole per lanterne? Cosa di per sé difficile, considerata l’indiscussa competenza di Adriano Galliani, ma come si sa... il “bidone” è sempre dietro l’angolo.

Ecco allora il saggio ritorno al passato, a quel “made in Italy” fiore tricolore all’occhiello anche per ciò che concerne l’industria del pallone.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 luglio 2022 alle 10:30 / Fonte: di Gianni Santoro
Autore: Redazione Tuttomonza
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