E ora che succederà? Nessuno probabilmente si sarebbe aspettato un finale diverso dal Monza in A, già dopo l'esclusione dai primi due posti si diceva 'tanto ci sono ancora i playoff'. Già dopo la regular season Galliani aveva provato a salvare la stagione dicendo "Ci siamo qualificati subito dopo le promozioni dirette, l'obiettivo era la A direttamente o tramite i playoff, il terzo posto è un ottimo risultato". Sarebbero bastati tutti pareggi per raggiungere la A vista la posizione, e invece fatale è stato quel pesante 3-0 dell'andata. E' stato a Cittadella che il Monza ha gettato al vento un'intera stagione. Una stagione vissuta tra alti e bassi, mai veramente da protagonisti per tante ragioni: Covid, infortuni, tanti giocatori nuovi arrivati di continuo, in estate e a gennaio. Giocatori bravi, forti, senz'altro, ma catapultati uno dietro l'altro in un contesto nuovo e in una squadra rivoluzionata dopo una promozione dalla C che non ha mai trovato una sua vera identità. Lo stesso Brocchi ci ha capito poco: è partito con il 4-3-1-2, è passato al 4-3-3, è passato al 3-5-2 nel momento topico della stagione, quando doveva affidarsi alle certezze, e ha preso tre sberle a Cittadella. E' tornato al 4-3-3 quando era troppo tardi, e infatti questa sera ha fatto la partita che doveva fare contro il Cittadella, ma il 2-0 non è bastato.
Ma anche le tante scelte tecniche non hanno convinto: più volte le formazioni schierate nel corso del campionato non sono state condivise da molti, e tornando al discorso di prima è stato probabilmente all'andata che Brocchi ha perso la partita. Incomprensibile la scelta di affidarsi al 3-5-2 lasciando fuori due come Balotelli e D'Alessandro, che non a caso oggi hanno segnato i due gol biancorossi. L'ingresso di quest'ultimo, forse tardivo al posto di un Boateng deludente, ha cambiato volto alla gara, forse quando era troppo tardi.
Cosa succederà ora, ci dicevamo? Conoscendo Galliani e Berlusconi, due che non si arrendono, sicuramente non abbandoneranno il progetto Monza, nonostante l'obiettivo dichiarato della serie A a tutti i costi. Probabile che ci sarà una rivoluzione all'interno di una squadra che ha deluso le aspettative. Il primo a pagare potrebbe essere Brocchi, da sempre nell'occhio del ciclone ma confermato dalla società fino al termine della stagione. A obiettivo sfumato è probabile che già nelle prossime ore venga annunciato il suo esonero. Stasera allo stadio c'era Liverani: semplice spettatore o presenza strategica? In realtà Berlusconi e Galliani amano i cavalli di ritorno, un ex Milan sarebbe più probabile, ma mai dire mai. E poi ci sono i tanti calciatori-figurina presi quest'anno, che hanno deluso le aspettative. Probabile che molti lasceranno un progetto naufragato come nessuno sperava, e che la dirigenza voglia costruire una nuova squadra, con un nuovo allenatore, probabilmente ancora più forte per puntare stavolta alla promozione diretta.
Ma qualche colpa ci sentiamo di darla anche alla società, non perché non abbia centrato la serie A, ma come abbiamo detto e scritto tante volte per aver fatto proclami troppo eclatanti da neopromossa. Non basta avere in campo tanti bravi giocatori per dire che si andrà in A ad ogni costo. All'esordio in un campionato tosto come quello di B proclamare ai quattro venti che "non andare subito in A sarebbe un fallimento" è azzardato e anche un po' sbruffone. Perché alimenta nella piazza aspettative troppo elevate, e di conseguenza ora malumore e delusione. Perché tutti ti aspettano al varco e soprattutto perché non hai un'esperienza pregressa, di squadra e di campionato, per poter dire di essere superiore a tutte le altre. Anche in questo sta il fallimento del Monza. Vedi Cittadella e Venezia, senza mai fare proclami di grandezza sono qui a giocarsi la serie A, il Cittadella per la seconda volta in tre anni, una cittadina tra le più piccole della serie B con il monte ingaggi più basso. Meditate gente, meditate...
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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