Nello speciale del magazine di Serie B dedicato alle neopromosse, non poteva mancare l'intervista ad Adriano Galliani, uno degli artefici di questa nuova avventura dei brianzoli che ora puntano alla serie A. "Sono nato e cresciuto a Monza, tifo Monza da quando avevo 5 anni, mia mamma mi portava allo stadio, e siccome non ero molto bravo a giocare da piccolino quando mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande rispondevo 'il presidente del Monza'. Ricordo le trasferte a cavallo degli anni settanta e ottanta con il mio amico Aurelio Cazzaniga, presidente di allora: una volta a Catanzaro ci fu un guasto al treno: mangiammo insieme ai calciatori con pane raffermo e salame calabrese, e poi vincemmo anche la partita. Sono stato nel CdA del Monza dal 1975 al 1985, poi la chiamata di Berlusconi. Dovevo anche aiutarlo a creare la rete di trasmissione delle tre reti Fininvest, oltre al progetto Milan, ma con una promessa: ovunque fossi in Italia, per me la domenica era dedicata al Monza. Berlusconi mi guardava come se fossi matto ma probabilmente senza quella esperienza non sarei potuto avere le redini del Milan e raggiungere quei successi.

Com'è nata l'idea del Monza? Io e Berlusconi abbiamo lasciato il Milan nel 2017 e ci siamo presi un anno sabbatico. Poi abbiamo messo in piedi quella che definisco un'operazione romantica: Silvio Berlusconi abita ad Arcore, al confine con Monza, da casa sua si vedono le luci dello stadio. Tra l'altro il presidente uscente, Felice Colombo, era presidente anche negli anni settanta quando iniziai, e si dimise per andare a fare il presidente del Milan. Una coincidenza incredibile. Abbiamo preso il Milan nel 2018 a mercato già fatto, questo è stato il primo anno completo. Ci siamo dati l'obiettivo di raggiungere la A in 24 mesi, la prima parte del percorso è già completa. Quando arrivammo al Milan ci demmo un analogo obiettivo, vincere Scudetto, Coppa Campioni e diventare Campioni del Mondo a Tokyo, ricordo risate e ironie invece centrammo il nostro obiettivo. Questo non sarebbe il primo successo del Monza ma il trentesimo di Berlusconi, un prolungamento di quanto fatto al Milan.

L'obiettivo dichiarato per la prossima stagione è la serie A, poi nel calcio gli obiettivi si possono realizzare o meno. Ho rifiutato tante altre proposte, non mi sarei occupato piu' di nessuna altra squadra se non del Monza. Abbiamo anche ripristinato il nome storico, Ac Monza e non soltanto Monza. In Lombardia tutte le squadre hanno assaporato la serie A, anche Legnano e Lecco, manchiamo solo noi. Non abbiamo potuto festeggiare la promozione in B ma ci siamo goduti ogni vittoria sul campo, mancava pochissimo per la vittoria del campionato, ci siamo goduti comunque questo cammino. Speriamo di fare una festa cumulativa di due promozioni ora. Che serie B sarà? Dipende dalle squadre, dalle neo retrocesse dalla A, dalle promosse dalla C, è ancora presto per dirlo.

Mercato? E' già aperto, si possono depositare i contratti preliminari, abbiamo già preso Barberis dal Crotone, ci servono 4-5 acquisti importanti e intorno costruire la squadra. Si parla di tanti ex Milan ma non sono quelli che arriverammo. Abbiamo ben chiaro cosa ci serve. Il mio ritorno a San Siro col Monza? Non ci ho ancora pensato, ora è inutile, concentriamoci sul campionato di B".

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 16 luglio 2020 alle 11:29
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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