Vincere e convincere è il binomio perfetto per unire con armonia il desiderio di raggiungere il traguardo nel miglior modo possibile e proseguire la marcia con la massima convinzione di poterlo fare. Quel che ci voleva in casa Monza era incamerare con autorità la quarta vittoria nelle ultime cinque partite. L’affermazione di Cremona con la prestazione convincente di un gruppo che ha acquisito la cognizione e la consapevolezza del momento opportuno per accelerare e affondare il colpo costituisce la fotografia del cammino incentrato sulla brillante risalita della corrente. 

I SEGNALI. La strada è ancora lastricata di ostacoli, ma la prima firma stagionale di Barillà (non segnava in cadetteria dall’aprile 2018 con la maglia del Parma), la scia consistente di Frattesi (per la seconda volta di fila entra e fa gol), la funzionalità di Gytkjaer lottatore e uomo assist (quattro passaggi vincenti in campionato) e la struttura arretrata impeccabile tanto negli automatismi quanto nei movimenti in copertura (seconda miglior difesa del torneo con 12 gol al passivo) sono segnali che solidificano le certezze di un gruppo che ha imparato a conoscere le contingenze della categoria, badando al sodo e rimboccandosi le maniche per affrontare le insidie col petto in fuori dopo il cambio di sistema che ha portato più imprevedibilità nello sviluppo offensivo della manovra. Ha brevettato con precisione e minuzia nei particolari il 4-3-3 Brocchi, voltando pagina con l’eliminazione del trequartista per dare maggior ampiezza, incisività, efficienza e soprattutto spinta nei venti metri finali senza la necessità di passare centralmente per arrivare al tiro. C’è sempre nei meccanismi la qualità nel palleggio, la capacità di far girare a vuoto l’avversario muovendo con rapidità il pallone a terra, pure la costruzione dal basso per invitare gli avversari a rompere le linee, ma c'è più consistenza e fluidità nel passaggio tra le due fasi di gioco, soprattutto nel controllo gestionale degli episodi e nel contenimento protettivo delle corsie laterali.

IL PUNTO FERMO. Il mutamento tattico ha posto al centro del reparto la pedina imprescindibile per padronanza qualitativa e intensità agonistica: ha rubato l'occhio anche nella gelida serata dello Zini Dany Mota Carvalho, sempre nel vivo dell’azione con giocate tecniche nello stretto da far stropicciare gli occhi: lo spostamento rapido del pallone eludendo la triplice marcatura imposta da Bisoli per cercare di soffocarlo nei primi metri impedendogli di vedere la porta è da palcoscenici superiori, così lo è il primo controllo che diventa dribbling con lo scatto bruciante di chi ti punta con decisione e non sai mai come posizionare il corpo per prendergli le misure. Ora la concentrazione è rivolta interamente alla doppia sfida a Salernitana e Lecce: due esami non decisivi ma sicuramente molto indicativi sulle ambizioni del Monza che vuole concludere l'anno con l'obiettivo di accantonare l’altalena di risultati che ne hanno impedito la continuità di rendimento per proiettarsi al 2021 con in bocca il sapore del toccasana. 

Sezione: Focus / Data: Lun 28 dicembre 2020 alle 15:15
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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