TuttoMonza.it intervista il giornalista Dario Crippa, volto noto dell’ambiente brianzolo anche per i suoi interessanti articoli su “Il Giorno”.
Dario, secondo te che impatto emotivo sul mondo Monza, squadra e tifosi, potrà avere lo shock della scomparsa del presidente Berlusconi?
“Inutile girarci attorno. Senza i soldi di Berlusconi, il Monza sarebbe ancora a traccheggiare in Serie C o peggio. Quando quattro anni fa acquistò il Monza, era evidente (lo scrissi anche) che l’unico pericolo dell’operazione era legato all’età dei suoi artefici, Berlusconi e il suo fido Galliani. Ora bisogna vedere cosa accadrà e il numero di voci che si stanno inseguendo non può che agitare le acque. I figli di Berlusconi non sono mai venuti una volta allo stadio, neppure quando la squadra di papà ha fatto l’impresa di arrivare in serie A. Avranno voglia di continuare? L’unica speranza risiede in Adriano Galliani, in fondo il sogno di prendere il Monza è stato soprattutto suo: lui l’unico che potrà garantire una continuità che, se si dovesse cambiare proprietà, potrebbe cambiare anche decisamente gli orizzonti”.
Secondo te è giusto parlare di ridimensionamento in arrivo? Aldilà di chi gestirà la società (famiglia Berlusconi o altri). Ci si era lasciati col sogno dello step europeo…
“Il mio sogno da ragazzo è sempre stato uno e uno soltanto: mettere piede almeno cinque minuti, metaforicamente parlando , in serie A. Sembrava fantascienza. Lo abbiamo fatto, in Serie A ci abbiamo anche vissuto una stagione fantastica, più rosea di ogni aspettativa. Ora dipende tutto da chi sarà il proprietario e da che voglia avrà di investire. La serie A costa, l’Europa anche di più.
Si vocifera di un magnate greco, Marinakis, di cui si parla bene in Inghilterra e a proposito del quale sembrano orientate anche alcune delle mosse del Monza nell’ultimo anno: il responsabile dell’area tecnica nominato a sorpresa lo scorso giugno dal Monza ha lavorato parecchio proprio con quell’imprenditore. Come diceva Roberto Giacobbo: coincidenze? Una riflessione purtroppo va fatta. Come sempre, ricordo quello che in Brianza sanno anche i sassi. L’imprenditoria pur florida brianzola degli anni d’oro non ha mai inteso mettere un ghello in questa squadra. Il Monza è fallito nell’indifferenza generale ben due volte. Dopo che aveva aperto le porte a presidenti filibustieri, italiani e stranieri”.
Passo indietro.. una stagione di Serie A indimenticabile: chi è stato il protagonista assoluto secondo te?
“Carlos Augusto senza confronti il giocatore migliore, destinato a una grande carriera. Armando Izzo il vero punto di equilibrio fra una difesa che faceva acqua da tutte le parti (anche perché era stata messa insieme all’ultimo e non si conosceva, povero Stroppa...) e una difesa coriacea. Matteo Pessina un leader naturale sin da quando aveva 17 anni e ci salvò sul campo. E per ultimo, Patrick Ciurria, il giocatore più intelligente, capace di rendere in ogni posizione in cui è stato messo, con grande umiltà. Infine, il portiere Di Gregorio: non era facile resistere alle pressioni di una società che in Serie A aveva comprato un altro numero uno nel giro della Nazionale pronto a prendere il suo posto alla prima incertezza. Di Gregorio ha dimostrato di valere la Serie A e ha portato in dote almeno 7 o 8 punti d’oro per la classifica”.
Fattibile proseguire con la linea italiana, anche se di talenti puri in giro ce ne sono pochi , e quei pochi costano parecchio ? Vedere la Nazionale…
“La linea italiana può funzionare, anche se costa di più. Gli stranieri, e qui si tocca forse la vera ragione della loro presenza in forme così massicce in Italia, costano sicuramente meno, è un po’ come le grandi aziende che chiudono all’improvviso e spostano all’estero la produzione, perché gli operai là costano meno: una forma di schiavitù, a ben vedere. L’investimento sugli italiani però può alla lunga rendere di più. Sarri a Roma, con altri capitali e ambizioni, ha sempre tentato di poggiare su un linea il più italiana possibile. Si può fare”.
Carlos Augusto, Izzo, Rovella: avessi vinto alla lotteria, per chi spenderesti tutti i soldi?
“Carlos Augusto tutta la vita, anche se temo che potrebbe perdere motivazioni a essere costretto a restare in una provinciale ridimensionata come il Monza, che in fondo è sempre stato o rischia di diventare. E allora meglio puntare su giovani nostri. Come ai vecchi tempi, quando il Monza aveva una gran settore giovanile, poi asfaltato da scelte societarie poco lungimiranti”.
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