Dare il giusto rilievo al tempo, rinunciando alla priorità della contemplazione sull’azione, perché è maggiormente importante lavorare per rendere il futuro più emozionante del passato che non cercare di conoscere quel che il futuro riserverà a ciascuno di noi. Lo sa bene Andrea Barberis che la coscienza è lo strumento di precisione di estrema sensibilità. Il geometra che ha plasmato il ritorno del Crotone in Serie A a suon di verticalizzazioni smarcanti, lanci illuminanti e contrasti d’interdizione, rinunciando alla massima serie per ripartire dalla B sposando l’ambizioso progetto del Monza targato Berlusconi con il caldo desiderio del ritorno in massima serie aspirando a conservare intatta la sua disciplina per far apprezzare ai tifosi brianzoli le capacità tecniche e umane. È un ragazzo precoce dalla mente lucida e idee chiare Barberis, che esordisce in Eccellenza ligure a soli quindici anni, con la maglia del Finale, lanciato nel ruolo di playmaker da Pietro Buttu ad intuirne le potenzialità coltivando il suo talento con fiducia, affidandogli le chiavi della mediana quando meno se lo sarebbe aspettato dopo la brillante stagione con gli Allievi. Poi il passaggio alla Primavera del Varese guidata da Mangia, i prestiti a Palermo e Pisa, finendo con l’approdo al Crotone nel 2015 a dare la sterzata decisiva alla carriera, ricordando il primo gol in A da sogno nel 2018 a San Siro nel pareggio contro l'Inter dopo l’incursione perfetta conclusa con il destro chirurgico a freddare Handanovic dimostrando spiccate doti di d’inserimento. Non ha mai deviato dalla volontà di perseguire l'ordine razionale in mezzo al campo, imponendosi di evitare qualsiasi forma di offuscamento dell’esecuzione gestuale, rinunciando a preoccuparsi dell’autonomia della giocata per cercare di tracciare linee chiare e precise per dare un’impronta geometrica alla gestione del possesso disegnando traiettorie funzionali alla circolazione positiva del pallone. Sa fare il regista e l’interno di centrocampo, non va mai alla ricerca della forma magniloquente, ama conciliare l’armonia delle giocate proiettate allo sviluppo offensivo con il rapido recupero del pallone soffocando in pressing i centrocampisti avversari come il più acceso dei guardiolisti.

L’ha tatuata nell’anima la mansione di metronomo, da sempre s’incarica di dettare i tempi, plasmando giocate efficienti in spazi stretti e dando disciplina ai settori del campo mantenendo la giusta coesione di gruppo. Sbarazzarsi dell’idea che il futuro non possa risultare migliore del presente credendo che la rinuncia faccia parte di un giovamento imminente, perché il futuro sta nella cognizione di chi è consapevole di voler conseguire l’obiettivo. E lavorare sugli aspetti specifici significa legittimare il presente costruendosi il processo di graduale ascensione relazionando pensiero e realtà. Come lo scalatore che raggiunge l’apice della montagna ma scende a valle per migliorare il tempo di scalata. Tra razionalità e piedi educati, Barberis crede di poter condensare teoria e prassi: Monza si prepara a seguirlo a ruota per raggiungere la cima scrutando l’orizzonte luminoso dalla vetta più alta.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 13 agosto 2020 alle 16:30
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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