Luogo più evocativo della trequarti, tra l’intenso e il leggero, dove l’impronta di qualità fornisce impulsi rilevanti per la manovra di squadra, non poteva esserci per intraprendere questa fase iniziale di mercato a dir poco complessa in cui c’è bisogno di riflettere e ponderare al meglio le scelte. E poi, eventualmente, giocare di fino, d’astuzia. Ecco perché Galliani è partito da lì, volendo affidare la gestione illuminata della zona grigia ad un pupillo della vecchia scuola milanista come Mattia Valoti.


LA METAFORA. Perché tutto può cambiare, forse, nel giro di sei mesi: quando il 28 gennaio Galliani provava in tutti i modi a portarlo in biancorosso, il groviglio d’incastri lo introdusse in un pagliaio alla ricerca dell’immancabile ago. Non s’ha da fare, si sarà ripetuto più volte il condor tra sé e sé, restando con gli occhi incollati alla prodezza che tre giorni più tardi permise agli estensi di pareggiare i conti al Mazza proprio contro i biancorossi: una magistrale volée di collo esterno che lasciò di sasso l’immobile Di Gregorio. Invece l’opportunità si è affacciata e la dirigenza del Monza non si è fatta trovare impreparata, proponendogli un quadriennale e la posizione centralissima nel nuovo vestito di Stroppa. Perché quello appena trascorso è stato a tutti gli effetti un anno magico per il duttile e polivalente centrocampista, che si è consacrato infilando la bellezza di 11 reti e assumendo le sembianze finalizzative di un puntero che alla Spal effettivamente mancava, con fisico, capacità di dare del tu al pallone, tiro dalla distanza e un preciso ultimo tocco ad innescare la sostanza delle ali. Insomma, armi che gli hanno permesso di trovare quella continuità tanto ricercata e quasi mai raggiunta con maturità nel percorso della carriera. E se aggiungiamo che non era mai andato oltre i 7 gol in C a Leffe e i 3 in B a Verona, i numeri di questa stagione assumono un peso ancora più rilevante.


LASCIARSI COINVOLGERE. Sa farsi valere in ogni posizione del campo che lo proietti verso la porta avversaria, è attento al proprio essere bello esteticamente ma allo stesso tempo concreto, venendo coinvolto con costanza nello sviluppo e nella rifinitura del possesso tra le linee. Nell’architettura tattica di Stroppa può ricoprire il ruolo di mezz’ala oppure fungere da apri scatola per la prima punta di ruolo, ruotandogli attorno o tagliando gli spazi per le incursioni di un attaccante rapido e mobile.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 02 luglio 2021 alle 08:30
Autore: Niccolò Anfosso
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