C’erano due strade che Galliani poteva percorrere per scegliere l’uomo della trequarti: chiudere la trattativa ben avviata con l’argentino Brunetta del Godoy Cruz o gettarsi a capofitto su Verre dopo aver imbastito i colloqui entrando nel vivo delle consultazioni col Verona. Tertium non datur, dicevano i latini: non l’ha pensata così il condor che ha stupito tutti un’altra volta, rovistando il database delle idee folli e alzando la cornetta del telefono per sollecitare la grande tentazione, riuscendo a convincere Kevin Prince Boateng a sposare il progetto biancorosso senza dargli la possibilità di resistere al richiamo del cuore e delle romantiche canzoni d’amore, tra cui “Amore mai” di Venditti, che Galliani da qualche giorno mandava con frequenza al giocatore prima di andare a dormire. Non è mai troppo tardi per dimostrare quello che sei: chissà quante volte i tifosi del Milan sono andati a rivedere la sua rete del 2-2 contro il Barcellona davanti agli 80 mila di San Siro. Palla volante, controllo in acrobazia, colpo di tacco in corsa a beffare Abidal, avversario rimasto sul posto e conclusione potentissima a sfondare la porta dell’incolpevole Valdes. Gol da fenomeno, pubblico in visibilio e contributo fondamentale alla conquista del tricolore rossonero, così tanto importante d’averlo tatuato sul braccio. Poi qualche infortunio muscolare di troppo a condizionare le non memorabili esperienze con le maglie di Schalke 04, Las Palmas ed Eintracht Francoforte.

È in Italia al Sassuolo che ritrova i suoi migliori livelli, attirando le attenzioni del Barcellona che lo preleva senza dargli tanto spazio. Portento fisico, negli anni ha acquisito maggiore sensibilità nel gioco associativo, essendo in grado di giocare in ogni posizione del reparto offensivo, allargandosi per trovare lo spazio dove ricevere la palla tra i piedi oppure fungendo da riferimento per i lanci lunghi a cui Brocchi ricorrerà quando lo sviluppo d’impostazione della manovra verrà soffocato sul nascere. La velocità d’esecuzione con cui carica il tiro, la varietà di conclusioni da opzionare, la maestria con cui utilizza entrambi i piedi e le acrobazie volanti possono rivelarsi polizza assicurativa inducendo i centrocampisti ad imbeccare subito la trequarti per farlo sbizzarrire come meglio crede. Da fermo o in corsa s'accende allo stesso modo: ricezione spalle alla porta, primo controllo orientato morbido ed elegante, perfettamente calibrato per mettere l’avversario diretto fuori causa e voltarsi dalla parte di campo libera. In una frazione di secondo si gira per giocare frontalmente dialogando palla a terra e andando a riempire l’area di rigore. Era il grande sogno, s'è trasformato in realtà: il Monza accoglie la nuova stella, pronta a far brillare la Brianza. 

Sezione: Focus / Data: Gio 24 settembre 2020 alle 18:15
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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