C’era un tempo in cui il Pisa allestiva show senza conoscere paure tra l'armonia dei movimenti e la musicalità di verticalizzazioni improvvise distribuite da centrocampisti d’alto rango, condite dagli affondi devastanti di Lisi ad organizzare con prepotenza agonistica golpe sugli esterni, arricchendo un piatto già ricco d'indemoniata sostanza per le finalizzazioni implacabili di Marconi.
INCERTEZZE DIFENSIVE. Quel Pisa dominante in larghezza, in ampiezza e in profondità, incurante dell'avversario per stabilire le gerarchie con la corsa ragionata in avanti e l'interpretazione cognitiva di spazi e tempi perfettamente oleati, sembra essersi smarrito con l'avvio di stagione. L'ultima certificazione empirica è di quelle da evidenziare con la matita blu, perché erano quasi due anni che i nerazzurri non subivano quattro reti, incassate a Salerno nella pesante debacle tanto per il danneggiamento del morale quanto per la delusione d'aver disatteso le aspettative in termini di risultati (due punti in tre partite) con l'allarmante impressione della poca attenzione nella gestione difensiva degli episodi chiave. L'occasione per puntualizzare i concetti tecnici D'Angelo l'ha avuta quando il rinvio del portiere granata Belec ha spalancato i portoni centrali della retroguardia governata da Caracciolo e Benedetti (assente Varnier) a Tutino, abile a portare a scuola i difensori inserendosi con agilità per trafiggere l'incolpevole Perilli col destro secco. Impacciata e confusa nei movimenti, l’inaspettata evaporazione della difesa nerazzurra fa registrare anche nella ripresa il crollo sulla riconquista di Schiavone bravo ad approfittare dell'ingenuità di Soddimo e lesto ad imbeccare lo scatenato Tutino freddo a tagliare in due il campo siglando il tris col diagonale imparabile dopo che Kupisz aveva raddoppiato col tap in. In proiezione offensiva il Pisa propone gioco con equilibrio ma senza verve, coinvolgendo gli interpreti per sviluppare l'impostazione mancando nell'incisione e nella cattiveria agonistica necessaria a concretizzare le esplorazioni in area avversaria per far male alla squadra di Castori.
RIPARTIRE. S'aspetta la reazione veemente il tifo toscano domani all'Arena Garibaldi nella sfida col Monza (previsti circa 1000 spettatori). L'obiettivo è ritrovare fame e intensità per mettere nel mirino il primo acuto stagionale con entusiasmo e la grinta prorompente fortemente identitaria dei nerazzurri nell'annata passata per sbriciolare le incertezze difensive. La lezione di Castori non fa guardare indietro D'Angelo, determinato a mettere in evidenza i reali obiettivi del club senza fare il passo più lungo della gamba: "Vogliamo mantenere la categoria - spiega il tecnico -, lavorare sodo è l'ingrediente fondamentale per tenerci stretta la B".
A SPECCHIO. Ci sono diversi dubbi nella testa di D'Angelo in ottica formazione, dove si conta sul recupero di Vido assente a Salerno e sostituito dall'impalpabile prova di Palombi. La volontà prevede lo schieramento a specchio esaltando il 4-3-1-2 adattabile a seconda degli specifici episodi del match. Asserita l'assenza di Loria positivo al Covid-19, sono aggregati al gruppo squadra Marin e Varnier schierabili domani sera. A centrocampo si va verso la conferma di Gucher e De Vitis al fianco di Mazzitelli da cui l'ambiente toscano s'attende il salto di qualità e la capacità di prendersi sulle spalle la responsabilità di giocate funzionali all'efficienza dello sviluppo della manovra; davanti il punto di riferimento sarà Marconi, al cui fianco potrebbe posizionarsi il rientrante Vido già in luce col destro a giro nella gara interna pareggiata contro la Cremonese.
Autore: Niccolò Anfosso / Twitter: @Nicanfo2000
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