Carlos Augusto, difensore brasiliano del Monza, ha parlato ai microfoni di DAZN in vista della ripresa del campionato il prossimo 4 gennaio contro la Fiorentina: "Galliani quando ci siamo ritrovati a inizio dicembre ci ha detto che eravamo al 5 luglio perché era come si fosse iniziata una nuova stagione, un nuovo campionato, abbiamo fatto bene nella prima parte ma da gennaio sarà tutto diverso. L’unico mio dubbio è che al 5 luglio non fa così freddo e, per me che sono brasiliano, freddo così non va”.

Sogni e obiettivi: "Voglio giocare il Mondiale e la Champions League, ma vorrei portarci il Monza in Champions League, il mio primo obiettivo è fare la storia qua dopo essere arrivati in Serie A, dovessimo riuscire a giocare la Champions League con questa maglia sarebbe fantastico".

Sull’arrivo di Palladino alla guida della prima squadra a campionato avviato: "Dopo 5 sconfitte consecutive ci siamo confrontati nello spogliatoio e abbiamo capito che non si poteva andare avanti così, poi è arrivato Palladino e ha lavorato tanto sulla fiducia, sull'infondere ottimismo e ha portato un metodo di lavoro che a me piace tanto. Sapevo che era bravo perché conoscevo il lavoro che aveva fatto in primavera, ma riuscire a replicarlo in Serie A è incredibile".

I rivali più temibili: "L'attaccante più fastidioso da affrontare in Serie A è Di Maria perché ti punta sempre, cerca sempre l'uno contro uno, mentre molti attaccanti esterni preferiscono giocarla dentro e sono più facili da contenere, contro di noi ho dovuto affrontarlo solo 41 minuti perché poi è stato espulso, ma mi ha fatto soffrire parecchio. Il terzino più forte in circolazione invece è Theo Hernandez, non c'è nessun altro come lui".

Sul derby di Galliani: “Se tornassi indietro in assoluto cambierei l’occasione che ho avuto a San Siro di testa contro il Milan, non ho dormito un paio di notti, ero molto arrabbiato perché in quel momento eravamo 1-0 e se avessi segnato sarebbe cambiato magari tutto. In più segnare a San Siro contro il Milan sarebbe stato incredibile, ho pensato a quella palla lì almeno un paio di giorni”.

Il sogno da bambino: “La miglior scelta della mia vita è stata chiedere a mio papà di iscrivermi a una scuola calcio quando ero un bambino, era un compleanno ed era l’unico regalo che volevo. Ma non desideravo fare il calciatore, mi bastava migliorare per non essere preso in giro dai miei amici che mi chiamavano ‘gamba di legno’, a scuola ero veramente scarso a giocare e quindi ho detto così a mio papà, ma non ho forzato nulla. Ora sono felice, ogni volta che torno in Brasile ho sempre gli stessi amici che mi dicono ‘eri il più scarso di tutti e sei l’unico che è diventato calciatore’”.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 30 dicembre 2022 alle 15:45
Autore: Stefano Pontoni
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