Lunga intervista oggi di Andrea Ranocchia alla Gazzetta dello Sport. "Sono un po' frastornato - dice dopo l'idea di abbandonare il calcio - devo rimettere a posto i pezzi ma sto benino. Ho tolto il gesso dopo l'infortunio di agosto, comincio a camminare anche se sento ancora un po' male. Tanto ora non ho più fretta. La decisione di lasciare il calcio ha cominciato a circolare già ad aprile, pensavo fosse solo un momento, all'Inter mi trovavo bene con tutti. Ma il mio contratto scadeva a giugno e Ausilio mi ha detto che dovevano fare una serie di valutazioni. E' arrivato il Monza, progetto serio fatto da dirigenti che hanno vinto tanto, e ho accettato anche per non cambiare scuola ai miei figli. Ma durante l'allenamento facevo fatica, l'amore per il calcio che mi ha alimentato per 30 anni non stava tornando. L'infortunio ha accelerato la decisione, non escludo che sia stato collegato anche a una mente che non girava più come doveva.

A Galliani ho spiegato come mi sentivo e che non volevo prendere in giro me stesso, ma anche chi mi aveva dato fiducia. Lui è rimasto sorpreso, però ha capito e rispettato la mia decisione. Non certo perché rinunciavo ai soldi, di cui non voglio parlare anche per rispetto verso chi fatica ad arrivare a fine mese. Mi hanno chiamato in tanti, allenatori, compagni, persone che ho conosciuto in questi anni ma mi sono isolato. Mi ha chiamato anche Conte, risponderò a tutti con calma. Sono orgoglioso soddisfatto della mia carriera. Delle vittorie e di come ho superato i problemi. Ma senza entusiasmo non si va avanti. Ora stacco per un po’, poi mi piacerebbe aprire una scuola calcio".

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 25 settembre 2022 alle 11:23
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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