Sarà una partita speciale per Matteo Pessina, ex di Monza-Atalanta in programma questa sera. "Ho firmato il primo contratto da professionista a Monza in serie C. Tornare e vedere quante cose sono cambiate è l'emozione più forte - racconta alla Gazzetta dello Sport -. Speravo nella A per il club e la città, non per un mio ritorno: lo progettavo per chiudere qui la carriera. Il presidente Berlusconi e il dottor Galliani ci mettono poco a convincerti. Chiunque, figuriamoci me: qui ci sono nato e cresciuto. Al momento un po’ di preoccupazione, quella giusta, c’è. Ma non è facile formare una squadra con 16 giocatori nuovi in due mesi e farla giocare subito bene. E l’impostazione tecnica e tattica si vede già.

Noi conosciamo l’ambizione di chi c’è al vertice, quello che hanno fatto con il Milan. Io dissi “Pensiamo alla salvezza” e Galliani mi bacchettò, correggendomi: decimo posto. Resto convinto che la salvezza sia il primo obiettivo, quello sicuro: del resto si può riparlare a fine campionato. La fascia da capitano Pesa, ma non la sento pesante. La mia fascia è la maglia del Monza: il simbolo del capitano ce lo metto semplicemente sopra.

Una cosa che Stroppa ha di Gasperini? Pressione uomo contro uomo in fase difensiva e riaggressione palla, una volta persa, dei 4-5 giocatori più vicini. A livello di impostazione, invece, hanno due filosofie molto diverse. La separazione dall'Atalanta? Ero diventato quasi più un attaccante esterno e non sono riuscito a fare il meglio: sono caratteristiche che non ho. Avrei avuto meno spazi e ho fatto questa scelta. Ma non è stata una separazione traumatica: soluzione soddisfacente per tutti, e continuo a sentire tanti di loro, dal presidente a Gasperini. Bergamo per me è stata una casa accogliente: ci sono entrato ragazzino e uscito da campione d’Europa. E a Bergamo continuerò a sentirmi di casa".

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 05 settembre 2022 alle 11:10
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print